Pablo Neruda

PABLO NERUDA, LA PASSIONE DI CAPRI IN POESIA

CHIOMA DI CAPRI

Capri, regina di roccia,
nel tuo vestito
color amaranto e giglio
vissi sviluppando
la felicità e il dolore, la vigna piena
di splendenti grappoli
che conquistai sulla terra,
il tremulo tesoro
di fragranza e di chioma,
lampada zenitale, rosa allargata,
favo del mio pianeta.
Sbarcai d’inverno.
Il suo abito di zaffiro
l’isola conservava ai suoi piedi,
e nuda sorgeva nel suo vapore
di cattedrale marina.
Era di pietra la sua bellezza. In ogni
frammento della sua pelle rinverdiva
la primavera pura
che nascondeva nelle fenditure il suo tesoro.
Un lampo rosso e giallo
sotto la luce tenue
giaceva sonnolento
aspettando l’ora di scatenare il suo potere.
Sulla sponda di uccelli immobili,
in mezzo al cielo,
un roco grido, il vento
e l’indicibile spuma.
D’argento e di pietra il suo vestito, appena
il fiore azzurro esplode
ricamando il manto irsuto
col suo sangue celeste.
Oh solitudine di Capri, vino
dell’uva d’argento,
coppa d’inverno, piena
di esercizio invisibile,
innalzai la tua fermezza,
la tua delicata luce, le tue strutture,
e il tuo alcool di stella
bevvi come se stesse
nascendo in me la vita.
Isola, dalle tue pareti
spiccai il piccolo fiore notturno
e lo conservo nel mio petto.
E dal mare girandoti intorno
feci un anello d’acquache lì rimase nelle onde,
chiudendo le torri orgogliose
di pietra fiorita,
le cime aspre
che il mio amore sostennero
e conserveranno con mani implacabili
l’impronta dei miei baci.

Pablo Neruda, L’uva e il vento, Santiago, 1954.

PABLO NERUDA, the passion of Capri in Poetry

CHIOMA DI CAPRI

Capri, queen of rock,
in your dress
of amaranth and lily
I lived, nurturing
happiness and sorrow, the vine full
of gleaming clusters
that I won on the earth,
the trembling treasure
of fragrance and foliage,
zenith lamp, expanded rose,
honeycomb of my planet.
I landed in winter.
The island kept
its sapphire dress
at its feet,
and rose naked in its vapor
of a marine cathedral.
Its beauty was of stone. In every
fragment of its skin, the pure spring
grew green again
that hid its treasure in the crevices.
A flash of red and yellow
under the soft light
lay slumbering
waiting for the moment to unleash its power.
On the shore of motionless birds,
in the midst of the sky,
a hoarse cry, the wind
and the unspeakable foam.
Of silver and stone its dress, barely
the blue flower explodes
embroidering the bristly cloak
with its celestial blood.
Oh solitude of Capri, wine
of the silver grape,
cup of winter, full
of invisible exercise,
I raised your firmness,
your delicate light, your structures,
and your starry alcohol
I drank as if life
were being born within me.
Island, from your walls
I plucked the small nocturnal flower
and keep it in my breast.
And from the sea, circling you
I made a ring of water
that stayed there in the waves,
encircling the proud towers
of flowering stone,
the harsh peaks
that upheld my love
and will keep with relentless hands
the imprint of my kisses.

Pablo Neruda, The Grapes and the Wind, Santiago, 1954.