Curzio Malaparte, l’intellettuale combattente

Curzio Malaparte è il nome d’arte di Kurt Erich Suckert (Prato, 1898-Roma, 1957)

Scrittore, giornalista e ufficiale italiano del Novecento. Malaparte si cimentò inoltre, in una sola occasione, come regista cinematografico.

Allo scoppio della prima Guerra Mondiale, Malaparte si arruolò, a soli sedici anni, nella legione Garibaldina e partì volontario per il fronte. Quando l’Italia entrò in guerra, il giovane Curzio entrò nel corpo degli Alpini del Regio Esercito e fu decorato al valore militare.

Subito dopo il primo conflitto mondiale, Malaparte tentò di pubblicare il suo primo libro, Viva Caporetto!, un saggio-romanzo sulla guerra che vedeva nella Roma corrotta il principale nemico da combattere. Terminata la stesura dell’opera, nel 1919 cominciò l’attività giornalistica.

La sua opera prima, dopo essere stata respinta da molti editori (tra cui anche l’amico Giuseppe Prezzolini) venne dapprima pubblicata a spese dell’autore a Prato nel 1921 e, subito sequestrata, ripubblicata nello stesso anno col nuovo titolo di La rivolta dei santi maledetti.

Inizialmente tra gli ideologi e i simpatizzanti del movimento fascista, Curzio Malaparte se ne allontanò progressivamente, sopratutto dopo l’instaurazione del Regime nel 1925, tanto che nel 1933 fu confinato nell’isola di Lipari. Grazie alla sua amicizia con Galeazzo Ciano, Malaparte ritornò in libertà per svolgere l’attività di inviato del Corriere della Sera.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Curzio Malaparte si mosse per tutta l’Europa e, come capitano degli Alpini partecipò alla guerra italo-greca. Arrestato dagli Alleati nel 1943, collaborò con il controspionaggio alleato fino alla Liberazione.

Nel 1949 fu pubblicato il romanzo La pelle dedicato”a tutti i bravi, i buoni, gli onesti soldati americani, miei compagni d’arme dal 1943 al 1945, morti inutilmente per la libertà dell’Europa”.

L’amore di Curzio Malaparte per l’isola di Capri iniziò nel 1936 quando, recatosi a far visita all’amico Axel Munthe, ne rimase entusiasta. Grazie all’interessamento dell’amico Galeazzo Ciano, acquistò da un isolano, Antonio Vuotto, un pezzo di terra a picco sul mare, in una posizione impervia e selvaggia, a pochi passi dai faraglioni. Qui egli fece costruire, su suo progetto, Villa Malaparte, o come la chiamava lui “Casa come me” che in breve, divenne luogo di ritrovo per artisti e intellettuali del tempo e che è considerata un capolavoro del razionalismo italiano.

Curzio Malaparte is the pen name of Kurt Erich Suckert (Prato, 1898 – Rome, 1957).

An Italian writer, journalist, and officer of the 20th century, Malaparte also ventured into film direction on one occasion.

At the outbreak of World War I, Malaparte, only sixteen years old, enlisted in the Garibaldi Legion and volunteered for the front. When Italy entered the war, the young Curzio joined the Alpini corps of the Royal Army and was decorated for military valor.

Immediately after the First World War, Malaparte attempted to publish his first book, Viva Caporetto!, a novel-essay about the war that identified corrupt Rome as the primary enemy to be fought. After completing the work, he began his journalistic career in 1919.

His first work, after being rejected by many publishers (including his friend Giuseppe Prezzolini), was initially self-published in Prato in 1921. It was promptly seized and republished later that year under the new title The Revolt of the Accursed Saints.

Initially one of the ideologists and sympathizers of the Fascist movement, Curzio Malaparte gradually distanced himself, especially after the establishment of the regime in 1925. By 1933, he was exiled to the island of Lipari. Thanks to his friendship with Galeazzo Ciano, Malaparte was released and resumed his work as a correspondent for Corriere della Sera.

During World War II, Curzio Malaparte traveled across Europe and, as a captain of the Alpini, participated in the Italo-Greek War. Arrested by the Allies in 1943, he collaborated with Allied counterintelligence until the Liberation.

In 1949, he published the novel The Skin, dedicated “to all the brave, good, honest American soldiers, my comrades-in-arms from 1943 to 1945, who died uselessly for the freedom of Europe.”

Curzio Malaparte’s love for the island of Capri began in 1936 when he visited his friend Axel Munthe and was captivated by the island. Through the intervention of his friend Galeazzo Ciano, he purchased a piece of land from a local, Antonio Vuotto, perched on a cliff in a rugged and wild area, just a few steps from the Faraglioni. Here, he had Villa Malaparte built according to his design, or as he called it, “Casa come me” (House Like Me). It quickly became a gathering place for artists and intellectuals of the time and is considered a masterpiece of Italian rationalism.